Un anno di lavoro intenso e la voglia di fermarsi, rigenerarsi con la famiglia visitando angoli italiani mai esplorati per poi approdare alle usuali care mete. L’emozione di pianificare le tappe che ci porteranno a Vasto prende il sopravvento sulla stanchezza delle ultime giornate di Luglio. Scegliamo un percorso ambizioso che va a toccare la Basilicata, regione a noi sconosciuta, per poi risalire e tornare in Abruzzo. Brescia a fine luglio è rovente, il caldo batte con tale intensità da non poter uscire fino a tarda sera. Mi chiedo poco prima di partire quale corredo portare e sull’onda della mia perenne indecisione parto con la nuova Canon 5d Mark III e la mia Fuji xe2 con 18-55 e 55-200. Non lo farò mai più. Scelgo quasi sempre di privilegiare la Fuji perché l’afa è insopportabile e mi serve un corredo leggero. L’occasione di spremere l’attrezzatura è ghiotta e a conti fatti non sono rimasto deluso.
Al ritorno ho qualche perplessità sul comportamento del 18-55 con lo stabilizzatore inserito solo allo scatto, poiché qualche fotografia con tempo rapido presenta gli angoli impastati ed il 18-55 non è sicuramente decentrato. La cosa mi infastidisce non poco. Noto con piacere che il 55-200 seppur lento è un ottimo teleobiettivo.
La prima tappa è consistita nella visita di un borgo sul lago di Bolsena. L’atmosfera è rilassata e sonnacchiosa, la temperatura purtroppo non lascia desiderare una visita più approfondita.
Ci fermiamo in un vicolo e, mentre Michela armeggia con i suoi fissi sulla Canon 5d Mark II, un signore esce dall’abitazione e si dimostra interessato alla nostra visita.
Bastano pochi convenevoli e cominciano a fioccare i consigli sulle attrazioni turistiche nelle vicinanze. Abbiamo in programma di fare sosta a Civita di Bagnoregio, apprendiamo che anche Pitigliano meriterebbe la nostra attenzione. Ci rimettiamo in macchina e decidiamo di andare a conoscere questo paese. Propongo uno scatto effettuato durante il tragitto.
Rimango affascinato da questo borgo toscano. Il quartiere ebraico del centro è notevole, entrando nella sinagoga si respira un’atmosfera particolare nonostante il corposo presidio militare.
Niccolò sopporta il caldo ed ogni tanto brandisce la sua spada convinto di essere un cavaliere.
Ed eccoci arrivati al cospetto della “città che muore”, non ho intenzione di effettuare molti scatti del poiché Civita di Bagnoregio viene già molto fotografata. La giornata poi presenta una luce piuttosto piatta.
Attraversato il ponte si arriva in paese. Consiglio caldamente la visita di questo incantevole borgo. Si entra e ci si lascia alle spalle l’Italia moderna, ogni segno della civiltà attuale per immergersi in un’atmosfera antica, piena di fascino.
Orvieto è la prossima meta programmata. Abbiamo a disposizione poco tempo. Decidiamo di visitare il duomo ed il pozzo di san Patrizio. La giornata vola.
Cresce la voglia di visitare Matera, tappa pianificata del percorso che ci porterà in Basilicata. Ci arriviamo sopportando la temperatura estiva che sembra non voler dare alcuna tregua. La città dei sassi durante il giorno è quasi vuota nonostante la stagione turistica. Saliamo le scalinate a fatica cercando continuamente riparo all’ombra. La convinzione che condivido con Michela è quella di tornare a Matera con un clima più favorevole. La visita di questa incantevole realtà deve essere effettuata in più giorni per poterne apprezzare l’enorme patrimonio storico ed artistico. La sera rende Matera ancora più affascinante facendola assomigliare ad un grande presepe. La città a mio parere è una delle mete italiane di maggior interesse.
La peculiarità della città dei sassi è quella di possedere uno dei nuclei abitativi più antichi al mondo. La sera il centro si popola di turisti americani e giapponesi, il titolare del bed and breakfast ci ricorda i numerosi registi che hanno scelto questa location come principale palcoscenico. La mia sensazione è che Matera sia ben organizzata e la gente sia accogliente e disponibile.
La Basilicata si dimostra una terra affascinante, vorrò tornarci con la famiglia. Gli “spazi naturali” sono molto estesi, a noi che viviamo in Lombardia questa evidenza genera curiosità. Tutto pare fermo ad altre epoche. Sembra quasi che “la densità di moderna civiltà” sia bassissima. Ogni tanto qualche distributore di benzina mi riporta alla realtà sull’autostrada deserta.
Abbiamo prenotato una stanza a Montalbano Jonico. La parte antica del paese è un ricordo di viaggio tra i più cari. Nonostante il caldo appiattisca i colori , il borgo al tramonto si tinge con cromie pastello assai piacevoli. La Fuji xe2 cattura la scena con la solita efficacia.
Il paese ci appare tranquillo ed accogliente, vi sono molte situazioni che ricalcano l’immaginario sul sud di chi abita al nord. Io, molisano da parte di madre, rivivo alcuni momenti che ben conosco e di cui ho nostalgia perché rappresentano una ritualità antica che si perderà. Mi fa anche tenerezza la pasta al pomodoro che ordiniamo per Niccolò in un ristorantino del posto, il sugo è davvero gustoso. Sorrido pensando che su da noi il sapore di questo piatto è sempre ordinario, mi torna in mente la cucina di mia nonna che adoravo.
In quelle sere, dalla sommità del paese, assistiamo a tramonti mozzafiato. La luce si affievolisce sui calanchi mentre il cielo si accende vivacemente tingendo il paese con colori assai piacevoli.
Di giorno in giorno la temperatura sembra aumentare inesorabilmente, il termometro oggi segna 43 gradi. All’insegna di questo caldo surreale decidiamo di visitare Craco, il paese fantasma. Evacuato nei primi anni sessanta a causa di una frana e nel 1980 a causa di un terremoto questo borgo disabitato ha un fascino incredibile. Si può visitare con una guida poiché alcuni itinerari in paese sono stati messi in sicurezza. La visita guidata è alle ore 14, il tutto si prospetta come una pazzia poiché i punti in ombra sono scarsi.
In qualche momento mi viene in mente Casso, paese del Vajont, anche se questo contesto è radicalmente diverso. Craco è meta turistica locale , location scelta in passato anche dal mondo cinematografico. Mel Gibson vi girò alcune scene de La passione di Cristo.
Dal paese la vista panoramica della campagna è unica, il solo rimpianto fotografico è quello di non poter godere di una luce migliore.
La nostra guida ci introduce in qualche villa privata che conserva ancora pareti affrescate. Ogni angolo ha una storia reale da raccontare, giustamente Craco è un monumento da salvaguardare.
E’ arrivato il momento di lasciare la Basilicata, Montalbano Jonico ci regala l’ultimo tramonto invitandoci a pianificare una nuova visita in questa magnifica terra.
Ora è tempo di tornare a Vasto, rivedere Punta Penna e Punta Aderci, San Felice del Molise. Vorrei trovare le parole adatte per esprimere l’amore che nutro per queste terre che hanno accompagnato con costanza tutte le mie estati e lasciato ricordi indelebili dentro me.
Per ora non scriverò molto sui miei posti del cuore, lo sono diventati anche per Michela e Niccolò che immancabilmente nomina Vasto quando si parla delle future vacanze.Credo che questa estate testerò bene la Fuji XT10 sperando di poter riacquistare il 55-200 prima di tornare in Abruzzo.
Meraviglia il Fuji 55-200 , magia della spiaggia di Punta Aderci con la sua luce al tramonto….
Ho pochi scatti sulla spiaggia di Punta Aderci, la prossima estate ne approfitterò….
Ogni anno ritorno nel paese dei miei nonni materni, San Felice del Molise. Le colline molisane al tramonto offrono uno spettacolo coinvolgente, la visita ai paesi confinanti è sempre interessante. In Agosto San Felice si popola grazie al ritorno degli emigranti. Le giornate scorrono tranquille e rilassate.
Montefalcone offre spunti fotografici interessanti…
Chiudo il mio diario estivo con uno scatto fatto la sera nel caffè letterario di San Felice, dalla cui terrazza si può ammirare un bel panorama. Gli abitanti in estate spesso organizzano serate di festa nel contesto elegante della casa appartenuta in passato ad un medico. Nel giardino di sera si respira aria fresca, si possono assaggiare piatti locali, talvolta si può assistere a qualche evento letterario.
E’ già tempo di riprendere il lavoro, di tornare a Brescia con in mente le idee per il prossimo viaggio!
Good Work
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