Mi hanno raccontato che a Rimini qualche tempo fa un natante si è perso nella nebbia fitta. Non è la prima volta, dicono.
E’ ora di tornare a casa, devo fare molti chilometri, il convegno è terminato prima del previsto.
Vado in spiaggia, mi avvicino alla riva. Tocco con la punta delle scarpe il mare e ne respiro lentamente l’umidità.
Poi, come facevo da bambino, chiudo gli occhi e trattengo il fiato. Come ci si può aspettare da un discreto fumatore la resistenza è scarsa, apro di colpo la bocca e faccio un bel respiro. Proprio come se volessi aspirare il mare e la nebbia al posto della sigaretta. Provo un po di paura ricordando il racconto del natante.
Devo andare. Trattengo di nuovo il fiato ed inspiro ancora più intensamente. Questa atmosfera mi deve rimanere dentro ed addosso fino all’estate……