La questione è semplice…voler fare un’escursione famigliare interessante in provincia di Brescia. Ovvero ritornare alla “normalità” ed alle proprie passioni dopo un periodo di sosta forzata. La nostra decisione, dettata dal consiglio di una collega esperta, è ricaduta sulla visita al lago della Vacca. Siamo nella valle di Cadino nall’interno del parco dell’Adamello. Per l’occasione rispolvero la mia Canon R, rimasta inattiva durante il periodo Covid. Porto il corpo macchina con tutte le mie quattro ottiche. A tratti, durante la salita, rimpiango la mia scelta.
Lasciamo la macchina a 1800 metri presso Malga Cadino, l’aria è già fresca e profumata. Ci aspettano 14 chilometri (considerando andata e ritorno) ed un dislivello di 680 metri. Non è poca roba, direbbe un mio amico.
Non mi dilungo, il percorso è già ampiamente documentato in rete. Qualche piccolo consiglio…..il tragitto si dimostrerà impegnativo per chi non è allenato, occorrono gli scarponcini da montagna (bambini compresi) soprattutto in discesa poiché caviglie e ginocchia vengono sollecitate costantemente. Meglio indossare in estate pantaloncini leggeri e lunghi e mettere anche una felpa nello zaino, in cima il fresco si fa sentire. Il panorama, anche per chi è abituato alle Dolomiti bellunesi, è accattivante. Bisogna fare buona scorta di acqua, il rifugio Tita Secchi non è vicino.
Nelle vicinanze di Malga Cadino il verde risalta in tutte le sue tinte, è un dono di questo inizio estate abbastanza piovoso. Ci preoccupano le nuvole in lontananza, arrivati però in rifugio lo spettacolo è assicurato.
Nella foto sottostante si può osservare il panorama dal punto di partenza dell’escursione. Il massiccio roccioso in primo piano è quello della Corna bianca. Si può arrivare in macchina e posteggiare sotto questo “piccolo” monte, noi però abbiamo notato degli avvisi apposti sulle vetture che sconsigliano questa scelta. Nella sella in secondo piano a sinistra, piccola piccola, si può intravvedere la roccia a forma di vacca. Raggiunto quel punto, con altri 10 minuti di cammino, si arriva al lago ed al rifugio Tita secchi dove terminerà la nostra visita.
Durante il percorso si trovano alcuni piccoli laghi interessanti dal punto di vista fotografico. Le nuvole creano “giochi” colorati sulla loro superficie che mutano ogni minuto.
Salendo sul sentiero 19 si possono trovare intere fioriture di Rododendri.
Proseguendo si affronta la parte più impegnativa del percorso. Dalla strada lastricata al masso della vacca si deve mettere in conto di fare “un po’ di fatica”, ovviamente variabile in base al livello di allenamento e al peso del proprio zaino.
Siamo arrivati quasi in cima, il masso a forma di vacca ora è ben visibile.
Ora le nuvole stanno per avvolgerci, l’atmosfera si fa ancora più interessante.
A fine giugno c’è ancora la neve. Ora c’è freddo, arriva il momento di indossare la felpa.
Siamo arrivati, ci fermiamo al rifugio e facciamo scorta di acqua. Il lago della Vacca è si è creato con uno sbarramento artificiale, in una fotografia sottostante si nota la diga che lo contiene.
E’ ora di tornare a Malga Cadino, il tempo è ancora minaccioso ma l’atmosfera è sempre coinvolgente.
A fine escursione la stanchezza si fa sentire, le mie ginocchia non allenate hanno bisogno di un po’ di pausa. Il colpevole è il mio zaino fotografico, troppo pesante, la discesa dal lago sollecita tangibilmente caviglie e ginocchia. Per fortuna durante il lockdown mi sono imposto di dimagrire.
Che dire? Nulla…..se non che l’escursione è piaciuta molto anche a Niccolò ed a mia moglie. Assolutamente consigliata!