Il fatto è che da tempo mi piaceva andare da quel vecchio barbiere che tagliava i capelli e sbarbava solo gli anziani. E’ un rito rassicurante, l’ultimo bagliore di una civiltà che sta scomparendo.
Anche se non te li taglia mai corti quando fuori ci sono 43 gradi e ti vuole lasciare sempre un ciuffo sulla fronte. Non te li scalerà mai, il doppio taglio è come il reggiano sui cavatelli alla pescatrice. E tu non glielo chiedi una seconda volta perché ti sembra una violenza, un attentato alla professionalità. Devi avere pazienza, il lavoro, se fatto bene, richiede i suoi tempi.
Sabato mattina sono stato fortunato. Prima di me sedeva sulla poltrona il signor Attilio. Assisto al rito con piacevole coinvolgimento. La crema Proraso è ancora aperta sul carrello, l’odore fresco di eucalipto riempie il locale. Tendo il collo quando la lametta gli scorre sulla nuca insaponata. Guardo attentamente.
Ci siamo, Ennio monta all’istante nella ciotola una crema con il pennello da barba, mi dice che lui vuole la setola di tasso che è la migliore. La stende con tratto delicato e deciso sulle basette di Attilio e sulla nuca. Attilio ha gli occhi chiusi e un sorriso compiaciuto. Si sta rilassando.
Ha quasi finito. Gli ultimi ritocchi con la brillantina Linetti e poi generose vaporizzazioni di lozione che prende da uno scaffale a vetrata tirato a lucido. E’ il momento di togliere il mantello dopo aver riposto con cura la boccia di vetro con il voluminoso spruzzino arancione.
Penso a tutto quello che scompare, travolto dall’inesorabile destino e dalla lenta processione del tempo. E tutto mi sembra così naturale.
Dedicato a San Felice del Molise.
Bellissimo!
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Un bacione a voi, grazie !!!!
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