Chiyoko è resiliente

Stavo guardando con curiosità quel volto dall’espressione triste e rassegnata, tant’è che mi stava fissando in una fredda giornata di Novembre al Vantiniano. Sembrava quasi voler lamentare quella frattura così evidente, quel taglio che gli avrebbe fatto scivolare una parte del volto rendendolo irriconoscibile. Prese ad interrogarmi con velata insistenza. Palesava una sofferenza più psichica che fisica. Avvertii una sottile sensazione di fastidio ricordando mio nonno che apriva l’anguria con la mannaia . Chiyoko mi aveva accompagnato quel giorno. Amava visitare quei posti ascoltando la musica dal suo vecchio walkman, potevo sentire distintamente la voce di Mark Hollis ed il ritornello di Living in another world. Mi vide pensieroso, si tolse le cuffie e mi parlo del Kintsugi. Riparare senza nascondere il danno, valorizzare, diventare più forte della sorte avversa….Sorrisi, immaginavo che la prossima volta avrei fissato una statua con una cicatrice d’oro luccicante, magari in pace con se stessa. Riprendemmo il cammino, ora potevo sentire le bellissime note di The colour of spring mentre, con la sera, il freddo si faceva pungente.

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